Nei luoghi del fare anima
Dimensione immaginale del processo terapeutico
Riflessioni sui principi della cura e sulle potenzialità della psicologia archetipica hanno qui come scenario la stanza dell’analisi, il luogo in cui avviene l’incontro terapeutico e dove ogni elemento presente diviene un luogo del fare anima.
«Cosa accade nella mente dell’analista quando l’incontro con l’altro, dopo tanti anni di esperienza clinica, diventa uno degli ingredienti fondamentali del fare terapeutico?», si interroga Magda Di Renzo nella presentazione del volume.
«Quale luogo abitano, in quella stessa stanza, le teorie che hanno fondato la sua dimensione terapeutica e che hanno dato vita alle sue fantasie sul paziente e sulla cura?
Qual è allora l’atteggiamento che l’analista può assumere per fare in modo che il bagaglio di conoscenze accumulate non diventi solo una griglia per codificare adeguatamente il comportamento dell’altro ma si presentifichi ogni volta come una nuova fonte cui attingere per trovare le immagini che connotino il processo terapeutico in atto?
Se conveniamo con Jung sulla considerazione che non si può esercitare influenza se non si è suscettibili all’influenza dell’altro, non possiamo pensare che sia solo la rigorosità del setting a garantire la proficuità del nostro operato né possiamo argomentare che una maggiore conoscenza, ipso facto, consenta più facilmente all’altro di affidarsi al percorso che gli proponiamo. Perché un processo sia vivo è necessario, piuttosto, che l’analista si lasci continuamente influenzare dai racconti e dalle immagini che l’altro porta, entrando in quel processo alchemico che trasformerà, alla fine del percorso, la materia di entrambi i partecipanti».
Il video
di Marisa capace
Marisa Capace , utilizzando frammenti del testo e originali immagini, crea un video dal libro dello psicologo analista Riccardo Mondo.
Il libro è dedicato a James Hillman con cui Riccardo Mondo ha collaborato ed applica i principi hillmaniani alla stanza dell’analisi.
Qui riflessioni sui principi della cura e sulle potenzialità della psicologia archetipica hanno come scenario la stanza dell’analisi, dove ogni elemento presente diviene ”un luogo del fare anima”.
Lo stile linguistico utilizzato è diretto , narrativo, cerca di rappresentare la mente immaginale del terapeuta che opera con l’Altro nella relazione di cura.