PRIMO SEMINARIO DI ARS HILLMANIANA . PSICOANALISI E COMUNITA’.
23/03/2013Mitologie della psiche ‘Mysterium coniunctionis’
25/05/2013
L’Istituto Mediterraneo di Psicologia Archetipica ha organizzato a Catania il 23 marzo presso l’aula magna dell’Istituto Boggio Lera il 1° seminario “Psicoanalisi e comunità Il paziente come cittadino”, dedicato al pensiero e all’opera di James Hillman , uno dei più grandi psicologi contemporanei, che dell’Istituto Mediterraneo è stato Presidente onorario.
All’apertura dei lavori il dr Riccardo Mondo, in qualità di moderatore e di presidente dell’IMPA, ha spiegato che con questo primo seminario si apre un ciclo di incontri dal titolo “Ars Hillmaniana”, che si prefigge di approfondire il pensiero e l’opera del grande Maestro, attraverso il confronto e la partecipazione di studiosi nazionali e internazionali.
Ma chi è James Hillman?
Si racconta che Anna Magnani, al truccatore che la stava preparando per la scena di un film, abbia esclamato: “ Non mi togliere neppure una ruga. Le ho pagate tutte care “. Per questa grande interprete del cinema neorealista del dopo guerra, lo stare nel mondo e le numerose stratificazioni che il tempo vissuto aveva sedimentato sul suo volto, non rappresentavano un inestetismo da occultare.
Allo stesso modo, James Hillman teorizzava, in ambito psicologico, che le piccole-grandi ferite, le conseguenti cicatrici, le rugosità della nostra anima non andavano cancellate, giacché costituivano un oriente, una mappa individuale e simbolica che il mondo continuamente traccia in noi; rappresentavano il necessario ordito su cui tessere ogni nostra trama narrativa, nella stanza d’analisi come nel teatro della vita.
Egli aggiungeva che ciò vale per il paziente ma altrettanto per il terapeuta, il quale per poter guarire dovrà lui stesso sperimentare e trarre insegnamenti dalle proprie ferite, come il mitico Chirone, maestro di Aslepio il dio della medicina, ferito da una freccia avvelenata dal sangue dell’Idra.
Ma la riflessione hillmaniana si è spinta ancora oltre ed in modo singolare negli anni della sua maturità.
Nel suo libro‘Cento anni di psicoterapia e il mondo va sempre peggio’James Hillman spiegò come la psicoanalisi, avendo dato grande enfasi all’infanzia e alla relazione paziente-analista, avesse poi finito per lasciare il mondo fuori dal rapporto terapeutico.
Scrive Hillman: “ Nel 1980 a Firenze parlai a Palazzo Vecchio del “ritorno della psiche nel mondo”.Il rapporto psichico non è solo tra due persone, ma tra le persone e tutte le cose. Se parliamo dell’uomo, non possiamo dimenticarci delle cose in cui si esprime, architettura, traffico, pittura, letteratura, politica, agricoltura, ambiente, eccetera: insomma la psiche nel mondo. Il mondo è clinica.”
Questo primo seminario dal titolo “Psicoanalisi e comunità Il paziente come cittadino”, è stato organizzato con l’intenzione di approfondire questa singolare svolta nel pensiero hillmaniano.
Relatore principale è stato il prof. Franco Livorsiordinario dell’Università di Milano e socio onorario delCIPA; lo stesso che nel pomeriggio di venerdì aveva presentato presso la libreria Feltrinelli il suo ultimo libro“L’avventura di Jung” e pubblicamente dichiarato le sue antiche origini siciliane.
E proprio il confronto fra Jung e Hillman ha caratterizzato la densa relazione del prof. Livorsi, che si è dipanata all’interno dell’ articolata cornice con la quale il dr Mario Tambone Reyes ha introdotto il tema del seminario. Livorsi tracciando una simbolica croce, ha assimilato Jung all’asse verticale che unisce Spirito e Materia e tende all’Uno, e Hillman all’asse orizzontale, che promuove e mantiene la Molteplicità, favorendo in tal modo il ritorno della psiche nel mondo.
La mattinata è proseguita con tre amplificazioni immaginali.
Con la prima siamo passati per la “Badiazza”, un raro e affascinante esempio di chiesa fortezza normanna, ferita da anni di oblio, abbandono e incuria, dove abbiamo avvertito il ri-animarsi del “luogo ritrovato”; ritrovato grazie ad un gesto, una risposta estetica promossa dal Dr Matteo Allone, che recupera quel sentimento sociale che consente di immaginare se stessi come cittadini,(…) in cui l’attrazione per l’interiorità si manifesterà necessariamente come attrazione per l’esteriorità(1).
Oscillando tra interno ed esterno, come su un immaginario nastro di Moebius, ci siamo ritrovati a percorrere con la dott.ssa Antonella Russo le vie di una città immaginaria, ascoltando le risonanze psichiche di una singolare toponomastica.
E cosa poteva esserci di meglio, alla fine di questa varia, insolita passeggiata, del fantasioso desco apparecchiato per noi dal dott. Biagio Salmeri a partire dalla “Cucina del Dr Freud”? Abbiamo assaporato i peculiari sapori di un racconto variamente impastato con sinestesica “gustosità” e sottigliezza verbale, nella sua essenza, genuinamente hillmaniano.
Salvo Pollicina